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Smart Mobility: dalla mobilità condivisa alle driverless car

12 Novembre 2021

Il settore della mobilità si evolve sempre più rapidamente. Nuovi trend stanno modificando radicalmente il mondo dei trasporti, anche grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, ma non solo. I cambiamenti riguardano inoltre le modalità di approccio alla mobilità da parte delle organizzazioni e dei singoli cittadini: il concetto dell’automobile di proprietà entra fortemente in discussione per lasciare spazio a nuove soluzioni, comprese varie forme di sharing mobility.
L’obiettivo? Quello di ottenere una gestione del traffico più ecologica, ottimizzata e intelligente – smart, appunto.

Cos'è la Smart Mobility?

Che cos’è dunque la Smart Mobility? Smart Mobility è un nuovo modo di pensare alla mobilità che sottende un sistema agile, snello e sostenibile. La tecnologia è un alleato prezioso per riconfigurare il sistema di trasporti di merci e persone, ma alla base della Smart Mobility c’è una filosofia alternativa che prevede la possibilità di accedere in modo semplice, diversificato e flessibile al mezzo più adatto per le proprie esigenze di mobilità, variabili al bisogno. Questo implica un cambio di rotta rispetto al concetto tradizionale che solitamente prevede il possesso di un’automobile individuale per ciascun membro maggiorenne della famiglia. La Smart Mobility implica anche una missione precisa in termini di sostenibilità: il sistema prevede l’introduzione di mezzi e modalità di gestione capaci di ridurre l’impatto dei trasporti sull’ambiente – in termini di emissioni atmosferiche, congestione della rete stradale, inquinamento acustico, etc. – e sulla qualità di vita delle persone, in termini di sicurezza e rapidità degli spostamenti.

Nuove frontiere per la mobilità alternativa

La Smart Mobility, per concretizzarsi, passa necessariamente attraverso lo sviluppo di nuove strutture, nuove norme e soprattutto la messa a punto di veicoli innovativi che sfruttino l’intelligenza artificiale e l'Internet of things (IoT).

Nel corso dell’ultimo decennio i tentativi per ottimizzare le risorse e ridurre le emissioni dei trasporti hanno coinvolto sia le realtà private sia le istituzioni; tuttavia sono ancora molti i fronti sui quali è necessario intervenire e il percorso verso la smart mobility è solo al principio.

Una voce necessariamente da implementare è la creazione di nuove infrastrutture, come piste ciclabili, nuovi percorsi per i tram e metropolitane e, in generale, la miglioria del traffico dei mezzi di trasporto urbano ed extraurbano. Tutto ciò, senza dimenticare l’ottimizzazione delle tratte ferroviarie, ad oggi carenti e discontinue soprattutto in Italia.
Altro aspetto necessario per supportare lo sviluppo della mobilità alternativa è aumentare significativamente la presenza di stazioni di ricarica elettrica.

Infatti il processo di elettrificazione dei veicoli, e in particolare la produzione di elettricità da fonti di energia rinnovabili, è strettamente connesso al concetto stesso di smart mobility e mobilità alternativa.

Che vadano a elettricità oppure ad idrogeno, è evidente che i nuovi modelli di veicoli non potranno più prescindere dall’impiego della tecnologia e dall’imperativo di ridurre il più possibile le emissioni.

Tecnologia, connettività e impatto green sono stati i motori delle nuove e differenti forme di mobilità e micro-mobilità urbana che si sono sviluppate di recente. Dalla diffusione dei monopattini agli incentivi all’utilizzo dei mezzi a noleggio, fino ad arrivare alle frontiere futuristiche dei mezzi a guida autonoma, ecco le principali.

Shared Mobility: i sistemi di mobilità condivisa

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Alla base della shared mobility c’è l’idea che i mezzi di trasporto siano condivisi e non più necessariamente vincolati a un proprietario. Questo offre a chi si sposta la possibilità di scegliere il mezzo che gli serve solo per il tempo necessario, anziché doverlo acquistare per poi lasciarlo magari parcheggiato per la maggior parte del tempo.

Il vantaggio della shared mobility non è solo quello di svincolarsi dagli oneri della proprietà e poter contare sull’impiego di un mezzo al bisogno, ma c’è anche il considerevole beneficio di poter variare la tipologia di veicolo a seconda delle esigenze di ciascun spostamento.
Una delle modalità di shared mobility più strutturate, ad oggi, è quella del car sharing, presente nei centri metropolitani e urbani, che prevede il noleggio a breve o brevissimo termine di un’automobile di proprietà di un’azienda terza, titolare del servizio. Stesso principio per i servizi di bike sharing che prevedono la messa a disposizione di biciclette in vari punti della città, pronte per l’utilizzo con la sottoscrizione di semplici abbonamenti o tariffari attivabili con lo smartphone. Alla stessa tipologia di servizio si stanno ispirando i fornitori di monopattini e degli altri veicoli che coprono distanze sotto i 5 km e che rientrano in quella categoria in attesa di essere normata che è la micro-mobility.
Diverso ancora è il caso del ride sharing, una forma di shared mobility ancora poco sviluppata sul suolo nazionale ma con molto potenziale, poiché prevede la condivisione dei mezzi da parte di proprietari privati. Nello specifico, quando al di là della condivisione delle spese non è previsto il pagamento di supplementi al proprietario del mezzo, si parla di car pooling.

Smart mobility: il Noleggio a Lungo Termine

Una formula di mobilità alternativa che rientra a pieno diritto nella smart mobility è il Noleggio a Lungo Termine. Anziché acquistare veicoli a titolo aziendale o privato, è possibile usufruire di un servizio snello e flessibile che offre tutti i vantaggi del noleggio e allo stesso tempo garantisce l’uso di un veicolo o di un parco veicoli in costante stato di efficienza. Questo servizio è particolarmente indicato per chi ha esigenze di mobilità specifiche e costanti, come ad esempio un’impresa che abbia il bisogno di dotare il personale di una flotta auto efficiente e sempre a disposizione per ogni esigenza di business. Tra i notevoli benefici del Noleggio a Lungo Termine c’è quello di potersi sgravare dagli oneri gestionali e operativi legati alla proprietà del mezzo, che verranno espletati dalla Società di Noleggio, ma soprattutto la garanzia di avere a disposizione un veicolo sempre di nuova generazione, a ridotte emissioni, con un risvolto positivo anche sul piano dell’impatto ambientale.Tra le proposte di Noleggio a Lungo a Termine messe a disposizione da società qualificate, come SIFA’, ci sono anche le offerte riservate al noleggio di auto elettriche e di auto usate: un ulteriore passo in avanti verso una mobilità smart, circolare e sostenibile. Un’applicazione interessante e innovativa del NLT è il servizio di Corporate Car Sharing che prevede la gestione condivisa del parco veicoli aziendale. Anziché assegnare i veicoli ai singoli dipendenti, l’azienda sottoscrive un contratto di NLT e poi mette a disposizione la propria flotta per le varie esigenze di mobilità delle persone.

Lo sviluppo delle auto a guida autonoma: una delle grandi promesse della Smart Mobility

Tra le voci più sorprendenti nel percorso verso smart mobility c’è lo sviluppo di nuovi mezzi a guida autonoma. Si tratta di automobili ma anche autobus, treni, tram e persino aereo veicoli, per lo più alimentati con batterie elettriche, capaci di muoversi in totale autonomia, quindi senza l'intervento umano. In altre parole, veicoli che funzionano senza il conducente. Questa tecnologia innovativa - che ha una connotazione decisamente futuristica - è già stata applicata in particolare sulle automobili. Il funzionamento prevede l’utilizzo di sistemi automatici di pilotaggio e l’inserimento nella vettura di vari sensori capaci di leggere l’ambiente circostante e adattare di conseguenza percorso, velocità, andatura. Le principali case automobilistiche hanno investito significativamente nel corso degli ultimi anni per rendere sempre più automatizzati i meccanismi di guida, inserendo dispositivi capaci di frenare, accelerare e parcheggiare in autonomia. Per arrivare alla guida completamente autonoma i produttori stanno investendo in R&D, cercando le soluzioni più snelle che possano integrare l’hardware macchina con la tecnologia IoT necessaria.
Il principale vantaggio? Migliorare l’efficienza e le performance e, soprattutto, ridurre l’errore umano, cioè l’elemento che spesso causa gli incidenti.
Affinché lo sviluppo delle auto a guida autonoma raggiunga il suo obiettivo, con l’effettiva messa in circolazione di veicoli senza conducente, occorre intervenire su diversi piani, che coinvolgono non solo la filiera dell’automotive ma anche le istituzioni, che dovranno dotare le strade e le città di infrastrutture intelligenti in grado di dialogare con i veicoli a guida automatica e gli altri “protagonisti” della smart city.

Driverless car: a che punto è la normativa?

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Un elemento ulteriore da considerare per l’effettiva messa in circolazione delle driverless cars (letteralmente, auto senza conducente) o self driving cars è quello normativo.
Così come per tutti i processi di innovazione, anche le applicazioni di mobilità devono essere regolamentate.
In Italia non è stata ancora messa a punto una legislazione specifica e anche in Europa, con l’eccezione della Germania che ha già introdotto una disciplina di legge, il processo si prospetta lungo. Questo dovuto a molti punti critici ancora sottoposti ad analisi, tra i quali il tema della responsabilità: chi risponde degli eventuali danni causati da un’auto a guida autonoma? La casa automobilistica? La persona a bordo?
Certamente la questione legislativa è legata a quella delle infrastrutture, dal momento che queste auto richiedono la realizzazione di strade nuove e particolarmente avanzate, a maggior ragione in questa fase di transizione in cui il traffico sarà misto.
Nel futuro, invece, le driveless car saranno in grado di dialogare tra loro e con gli altri veicoli interconnessi e smart.
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Team Circular Mobility

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