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Verso una mobilità sempre più sostenibile

16 Giugno 2021

Negli ultimi anni è cresciuta significativamente l’attenzione di imprese e cittadini verso pratiche più responsabili, nell’ottica di una maggiore tutela dell’ambiente. Nella corsa contro il tempo per contenere il riscaldamento globale, un ruolo rilevante viene occupato dai mezzi di trasporto e dalle modalità di spostarsi all’interno e all’esterno delle città. La mobilità si sta trasformando per andare incontro al cambiamento e diventare più sostenibile. Che cos'è la mobilità sostenibile, quindi, e quale ruolo giocano le aziende in questo processo di trasformazione?

Mobilità sostenibile: che cosa significa?

Il significato di mobilità sostenibile risiede in un approccio nuovo, basato su un insieme di nuove tecnologie, mezzi e regolamentazioni, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti urbani e interurbani e, quindi, contribuire ad abbattere le emissioni di CO2 nell’aria.

Come dichiara il World Economic Forum, elettrificare le flotte urbane significherebbe mitigare oltre il 70% delle emissioni urbane di CO2 dovute a viaggi e trasporti e rimuovere il 50% dell'inquinamento atmosferico cittadino.

Il Consiglio Europeo ha istituito una Commissione per una mobilità sostenibile e intelligente, con il fine di costruire un’economia e una società a zero emissioni nette entro il 2050. Dal comunicato stampa dello scorso 5 maggio 2021, si legge:

I negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio che introduce nella legislazione l'obiettivo della neutralità climatica dell'UE per il 2050 e un obiettivo collettivo di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra (emissioni al netto degli assorbimenti) pari ad almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

[fonte: consilium.europa.eu]

La mobilità sostenibile si declina, di fatto, in una chiamata all’azione. È un invito ad agire rivolto ai governi, alle imprese e ai singoli cittadini. Come si sta concretizzando?

Le premesse per implementare il trasporto sostenibile

La missione della mobilità alternativa è tanto chiara quanto ambiziosa e richiede il coinvolgimento di diversi attori.

Occorre senza dubbio un cambio radicale nella cultura, ma è necessario anche intervenire sulle infrastrutture e sulle regolamentazioni. Parimenti, tutta l’industria dell’automotive deve stare al passo con le sfide lanciate dall’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, rispettando le politiche messe in atto dall’UE per implementare il trasporto sostenibile.

La sfida, per l’industria automotive, è quella incrementare e perfezionare la produzione di veicoli a trazione alternativa elettrici o ibridi, con un occhio all’idrogeno. Ma la centralità del settore automotive in questo processo richiede lo sforzo dell’intera filiera.

Come commenta Paolo Ghinolfi, Amministratore Delegato di SIFÀ:

L’intera filiera dell’automotive impatta direttamente sulla qualità della vita dei cittadini e sulla sostenibilità ambientale della città, diventando sempre più cruciale e decisiva per superare le sfide ambientali. Il settore dell’automotive ha quindi nella visione della nostra Azienda, e mia personale, l’imperativo di ispirarsi al concetto di Economia circolare per un uso più efficiente e sostenibile delle risorse. Bisognerà sviluppare un ecosistema collaborativo in cui aziende leader del settore pubblico e privato e startup innovative lavorino fianco a fianco. Questo nuovo approccio porterà innanzitutto all’adozione di pratiche più responsabili e ridurrà in maniera importante l’impatto ambientale nel settore della mobilità.

In questo scenario, il Noleggio a Lungo Termine e le nuove tipologie di servizi di mobilità, come il car sharing e le nuove formule di mobilità integrata in ottica di Mobility as a Service, sono elementi importanti per l’attuazione di una mobilità più sostenibile.

A questo si lega inoltre l’affermarsi del mobility management come attività strategica all’interno delle aziende.

L’evoluzione dell’auto aziendale con il mobility management

Con mobility management si intendono tutte le attività di pianificazione e ottimizzazione degli spostamenti casa-lavoro a cura di un Mobility Manager, cioè il responsabile della mobilità aziendale.

Il decreto approvato dal CdM il 13 maggio 2020 ha reso obbligatoria la presenza della figura del Mobility Manager per tutte le realtà aziendali, pubbliche o private, che abbiano più di 100 dipendenti.

L’obiettivo?
Una migliore gestione degli spostamenti quotidiani e delle trasferte, in definitiva, che prevede un uso ottimizzato e condiviso delle flotte aziendali.

Questo nuovo approccio all’utilizzo dell’auto aziendale, oltre ad avere un impatto positivo sull’ambiente, permette alle aziende di ottimizzare i costi, evitando consumi inutili. Il concetto di auto aziendale lascia dunque spazio a una visione nuova, di condivisione e gestione più oculata delle risorse.

Quali mezzi di trasporto sostenibili abbiamo a disposizione oggi

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Già oggi esistono diverse soluzioni di mobilità sostenibile, con importanti vantaggi ma anche margini di miglioramento.

Ad esempio, se è vero che l’elettrificazione dei mezzi pubblici avviene in modo sempre più sistematico, resta altrettanto reale il problema delle linee di trasporto, spesso limitate per quanto riguarda numero di corse e tragitti verso le aree periferiche o extra-urbane.

Altre soluzioni molto efficaci di trasporto sostenibile sono le stazioni di car sharing con auto elettriche. Ciò consente agli utenti di prendere l’auto soltanto al bisogno, limitandone l’utilizzo privato per gli spostamenti più lunghi o per tratte difficilmente raggiungibili con i mezzi pubblici. Le stazioni di car sharing, tuttavia, sono spesso presenti solo nelle aree metropolitane o nei principali centri urbani.

Tra i mezzi di trasporto sostenibili figurano anche biciclette e monopattini elettrici, mezzi di trasporto agili, poco ingombranti, leggeri e a impatto zero. Tuttavia, occorre sottolineare che spesso, soprattutto in Italia, le condizioni stradali possono rendere gli spostamenti con questi mezzi potenzialmente meno sicuri.

La realtà italiana, in effetti, ha ancora molto da imparare in termini di mobilità sostenibile. Eppure, nell’ultimo triennio le cose sono cambiate.

La mobilità sostenibile in Italia

In Italia, l’attenzione all’impatto ambientale sta crescendo.

In un processo lento ma complessivo che comprende, fra le altre cose, nuove regolamentazioni a carico delle aziende per le emissioni di CO2, nuove campagne di sensibilizzazione da parte delle istituzioni, e l’affacciarsi sul mercato di nuovi prodotti con un forte posizionamento sui valori ecologici e “green”... In questo processo complesso, ecco che si registra un cambio di passo anche nelle politiche aziendali.

Sono sempre più numerose le aziende che si impegnano per diventare B Corp e che modificano le proprie abitudini per rispettare i parametri richiesti dalla certificazione ambientale ISO 14001.

Non solo. Anche la mobilità sostenibile sta conquistando un posto sempre più rilevante nella risposta al climate change.

Questa tendenza si traduce in nuovi mezzi di trasporto urbano capaci di ridurre le emissioni di CO2 delle auto, l’immissione sul mercato di nuovi modelli di auto elettriche e a idrogeno e la ricerca sugli e-Fuel, i carburanti sintetici prodotti con energie rinnovabili. Più in generale, si afferma in un processo di elettrificazione che rende la mobilità elettrica al centro di questa corsa per salvaguardare il pianeta, con grossi investimenti su tecnologie sempre più innovative, come quella della ricarica wireless o sulla ricarica a casa.

Un’accelerazione considerevole in questa direzione si era registrata con l’emergenza sanitaria 2020/2021. Le immatricolazioni di auto ibride ed elettriche erano aumentate, anche grazie agli Ecobonus statali e ai vantaggi sull'assicurazione e la manutenzione di questo tipo di veicoli. 

Secondo, invece, l’ultimo rapporto di MOTUS-E (settembre 2022) i veicoli completamente elettrici, così come i veicoli ibridi plug-in, immatricolati nel mese sono in calo rispetto a settembre 2021 (rispettivamente -40,1% e -20,4%) in un mercato totale che recupera il 5,6%, in uno dei mesi con tipicamente maggiori immatricolazioni dell’anno.

Il crollo delle immatricolazioni era iniziato a gennaio e fino a oggi, rispetto al 2021, fa registrare un -24,05% per le BEV, in linea con il calo del -16,16% del mercato auto totale. In Europa invece il mercato cresce rispetto allo scorso anno, grazie alla certezza degli incentivi programmati e immutati per tre anni e costruiti con valori unitari e cap di prezzo (il metodo di regolazione dei prezzi dei servizi pubblici) più alti, che comprendono anche le auto a noleggio e le flotte aziendali (persone giuridiche). Per ottenere gli stessi risultati in Italia si dovrebbe aprire all’utilizzo dei fondi disponibili anche da parte delle flotte aziendali e alzare il cap di prezzo per alcune tipologie di auto elettriche.

Varate con il duplice fine di preservare le aree urbane dall’inquinamento e, allo stesso tempo, sostenere la ripresa dell’industria automotive, le misure governative attuate finora pongono comunque le premesse per una progressiva sostituzione dei veicoli più inquinanti con mezzi più ecologici e rispettosi dell’aria che respiriamo, verso una mobilità sempre più “a emissioni zero”.

Perché il Mobility Management aziendale può fare la differenze

In questo contesto, è fondamentale il ruolo delle aziende e, in particolare, di un mobility management aziendale che aderisca ai valori della mobilità sostenibile.

I fleet manager mostrano un aumentato interesse nei confronti dei veicoli elettrici e ibridi, modulando le proprie scelte sulla base delle esigenze dell’azienda.

La preferenza ricade più frequentemente sulle auto ibride, anche grazie a tempi di ricarica dimezzati rispetto all’elettrico. Il modello di auto ibrida più diffuso è il Full Hybrid che permette di viaggiare a zero emissioni, anche se per pochi chilometri (circa 3/4 km).

In effetti, al netto del boom di immatricolazioni di auto ibride ed elettriche dell’ultimo periodo, resta vero che i veicoli ibridi o elettrici sono presenti in numero ancora limitato nelle flotte aziendali.

Questo è da attribuire da una parte a un processo di trasformazione culturale ancora in divenire, dall’altra al permanere di diversi limiti legati all’adozione di veicoli a propulsione ibrida o elettrica. Uno dei punti critici è la carenza di infrastrutture per ricaricare le batterie delle auto elettriche in tutto il territorio nazionale, per la quale si sta cercando di porre rimedio.

Accelerare il percorso richiede iniziative e progetti concreti, e l’impegno di tutti.

Il nuovo paradigma della mobilità sostenibile: il progetto Circular Mobility

Circular Mobility (marchio registrato) è il nuovo paradigma della mobilità sostenibile e innovativa che si ispira ai principi dell’economia circolare.

Ideato e promosso da SIFÀ, Circular Mobility è un progetto strategico che comprende tutte le iniziative di mobilità sostenibile e di Responsabilità Sociale d’Impresa realizzate in Azienda.

A partire dall’incremento della propria offerta con soluzioni di mobilità “green”, SIFÀ si è data l’obiettivo di creare un nuovo modello di business, coinvolgendo i propri dipendenti e collaboratori come primi ambasciatori dell’iniziativa.

Circular Mobility è anche un contest interno a SIFÀ che ha fatto emergere molte idee di mobilità sostenibile e non solo, la cui innovazione è sostenuta e ad oggi portata avanti da quattro Team di lavoro con l’obiettivo di tradurre queste proposte in concrete opportunità di business.

Tra le varie iniziative, Circular Mobility promuove il riutilizzo dei materiali di scarto a fine vita del prodotto, per immetterli nuovamente nel circolo dell’attività produttiva.

La premessa è ancora una volta la volontà di incentivare, attraverso azioni concrete, l’adozione di pratiche più responsabili nei confronti del pianeta e contribuire alla diffusione di nuove abitudini connesse ai trasporti.

Per saperne di più sul progetto Circular Mobility:

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Team Circular Mobility

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