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Utilizzo e Gestione: il quarto pilastro della Circular Mobility

23 Marzo 2021

Il panorama della mobilità sta cambiando radicalmente soprattutto nei contesti urbani che saranno soggetti, nei prossimi anni, a un aumento sempre più consistente della densità abitativa e, di conseguenza, alla diminuzione sensibile di spazi utili alla circolazione e al parcheggio del proprio mezzo di trasporto.

Con queste premesse, si fa sempre più spazio all’interno del settore automotive un nuovo concetto di mobilità intelligente, che possa tenere il passo con nuove esigenze, nuove tecnologie e nuovi stili di vita legati al processo di urbanizzazione. Le nuove richieste di mobilità e la tensione verso modelli più sostenibili trovano un punto d’incontro nel paradigma Mobility as a Service (MaaS), ovvero la mobilità intesa come servizio.

Passare dal concetto di mobilità come modo di spostarsi lungo un percorso da organizzare in prima persona, gestendo singolarmente ogni passaggio, a servizio omnicomprensivo da utilizzare al bisogno è l’essenza della mobilità integrata, in cui il veicolo non è più inteso come un semplice prodotto, ma come un unicum “mezzo + servizi”, con un ruolo preponderante riconosciuto ai servizi.

La mobilità intesa come servizio ha come scopo quello di soddisfare l’esigenza di spostarsi liberamente raggiungendo tutte le destinazioni desiderate scegliendo il mezzo (o il mix di mezzi) più idoneo alla tratta da percorrere.

Un concetto, quello di mobilità come servizio, che rientra pienamente nel nuovo modello della Circular Mobility ispirato ai principi dell’Economia Circolare, in cui tutti i protagonisti della filiera automotive contribuiscono, in una visione di sistema, a costruire una mobilità sempre più moderna, innovativa e sostenibile.

Dopo aver analizzato le prime tre fasi che compongono la mobilità circolare, ovvero Materie Prime, Produzione e Distribuzione, approfondiamo nel dettaglio il quarto pilastro, Utilizzo e Gestione, che interpreta appunto la mobilità a tutti gli effetti come un servizio. 

Come la mobilità si è trasformata nell’anno della pandemia

Il momento attuale, con il perdurare dell’emergenza sanitaria da Covid-19, sta ridisegnando il nostro contesto sociale ed economico. Tra le molteplici conseguenze della crisi si delinea all’orizzonte uno scenario con impatti inevitabili per gli attori coinvolti nell’ambito della nuova mobilità. In quest’ambito, le possibili linee di sviluppo potrebbero comprendere:

  • Una crescita nell’adozione di forme di “micro-mobilità” – ovvero monopattini, bike-sharing, scooter-sharing – fino ad oggi considerate marginali, in particolare nelle aree urbane medio-piccole;
  • Una diminuzione delle soluzioni di Car-Pooling, a causa delle necessarie esigenze di distanziamento sociale;
  • Il delinearsi di uno scenario incerto per il Car-Sharing legato essenzialmente al protrarsi della pandemia e alla capacità degli operatori di garantire la sicurezza degli utenti con opportuni interventi (es. sanificazione dei mezzi);
  • Per quanto riguarda il noleggio, invece, molti player del Noleggio a Lungo Termine stanno sviluppando formule flessibili in termini di servizio e di durata/chilometraggio. Un esempio è l’implementazione del pay per use: una formula che consente di pagare semplicemente in base al consumo, senza vincoli di percorrenza e senza anticipo, con la massima flessibilità in termini di arco temporale e un canone conveniente che permette di guidare l’auto che si desidera. 

Piano strategico della Nuova Mobilità: un’opportunità per le città

Centri urbani e aree metropolitane possono e devono fungere da guida in questo percorso di trasformazione. In parallelo, sarebbe opportuno definire una strategia che metta a sistema le possibili linee di sviluppo e valorizzi le diverse soluzioni possibili – Noleggio a Lungo Termine, car sharing, auto connesse, micro-mobilità – ovvero un vero e proprio piano strategico della Nuova Mobilità in grado di rispondere alle nuove esigenze sia delle aree metropolitane sia delle realtà locali. Questo piano si dovrebbe articolare su cinque pilastri:

  • Sicurezza;
  • Modelli di mobilità intermodali;
  • Interventi legislativi per regolarizzare nuove forme di mobilità;
  • Evoluzione delle infrastrutture;
  • Condivisione dei dati tra pubblico e privato per rendere più efficiente la gestione di domanda e offerta di mobilità. 

Attraverso la Mobility as a Service, le città hanno dunque la grande opportunità di farsi carico di una serie crescente di nuove offerte di trasporto. Potranno mettere in atto programmi e normative più adeguate per soddisfare al meglio i loro stakeholder – comprese le imprese – con un occhio alla possibile ripresa economica, ma prestando sempre la massima attenzione alla salvaguardia della sicurezza e della salute dei driver.

La MaaS dunque è un modello che le città devono approvare, abilitare e guidare, per far sì che questo accesso più fruibile alla mobilità porti anche vantaggi economici all’interno delle aree urbane. Per favorire l’ottimizzazione dei trasporti è necessario focalizzarsi sul raggiungimento di tre obiettivi:

  • Economico: ottimizzare gli investimenti in infrastrutture e favorire le transazioni finanziarie per aumentare il benessere delle città e creare un maggior numero di posti di lavoro;
  • Ambientale: alleviare la congestione e limitare l'uso di auto private per ridurre l'inquinamento e il livello di emissioni di CO2 nell’aria;
  • Sociale: rendere la mobilità urbana più inclusiva per garantirne l’accesso a tutte le aree e per tutte le classi socio-economiche.

Il concetto di MaaS definito dalla Boston Consulting Group

Nella ricerca eseguita dalla multinazionale statunitense di consulenza strategica Boston Consulting Group il sistema di MaaS viene suddiviso in quattro livelli di funzionalità:

  1. Planning: pianificare il viaggio e permettere di personalizzare gli itinerari degli utenti attraverso un’unica piattaforma in cui sarà possibile selezionare i mezzi di trasporto più idonei per raggiungere la meta finale;
  2. Ticketing: aggregare le offerte di mobilità dei diversi provider per dare la possibilità all’utente di comprare i biglietti dei singoli operatori sulla stessa piattaforma;
  3. Pricing: raggruppare i singoli biglietti di trasporto dei diversi operatori in pacchetti di mobilità all inclusive per offrire all’utente una tassazione onnicomprensiva e fargli quindi risparmiare tempo e denaro;
  4. Incentives: incentivare gli utenti a utilizzare modalità di trasporto sostenibili attraverso offerte che li spingano a viaggiare soprattutto in particolari circostanze (per esempio, viaggiando in ore non di punta a un prezzo scontato e ottimizzare in questo modo i tempi morti dei veicoli fermi).

Ogni livello rappresenta un upgrade che va di pari passo con la capacità di espansione delle tecnologie delle aziende di ottenere di più con gli stessi dati di input. Ma mentre ogni livello risulta essere soddisfacente per gli utenti finali, i fornitori MaaS possono avere difficoltà ad assicurarsi il giusto modello economico: i diversi stadi richiedono, infatti, un modello di business diverso, con i suoi limiti e ostacoli.

Solo al quarto livello (Incentives) gli operatori MaaS saranno in grado di raggiungere il vero successo e dunque la sostenibilità economica e di offrire una versione completamente ottimizzata del sistema MaaS: è qui, infatti, che gli interessi delle autorità pubbliche incontreranno le esigenze degli utenti privati.

Case History

Partnership SIFÀ e TPER Progetto Corrente

Oltre alla partnership strategica con Poste Italiane per la fornitura di tricicli e quadricicli elettrici, cui si aggiungono implementazioni in settori non tradizionali come le acciaierie per gli spostamenti interni, SIFÀ può vantare, anche, un’importante sinergia con TPER: l'Azienda del Trasporto Passeggeri Emilia Romagna si è infatti affidata alla società di noleggio per l’implementazione del proprio parco auto 100% elettrico nell’ambito del servizio di car sharing a flusso libero Corrente.

Corrente è stato avviato il 27 ottobre 2019 con una flotta iniziale di 120 vetture e un’area di rilascio ubicata interamente nel Comune di Bologna. Grazie alla partnership con SIFÀ, TPER ha potuto incrementare il parco auto 100% elettrico di 40 Renault ZOE, nell’ambito di un servizio che rappresenta la best experience nel settore. 

WHIM and the Mobility Mix – One APP for all your transport needs

Whim APP è la prima soluzione all-inclusive di MaaS disponibile in commercio sul mercato. L’applicazione è in grado di pianificare tutte le soluzioni di trasporto pubblico (bus, treno, bicicletta, taxi, car sharing, ecc.) e i loro relativi pagamenti, che avvengono tramite mobile. In altre parole, il servizio riunisce le offerte di diversi provider in un’unica proposta. Un esempio virtuoso di mobilità integrata che consente di ridurre il traffico e di efficientare gli spostamenti da un punto A a un punto B a seconda delle esigenze degli utenti, garantendo loro un risparmio rilevante in termini di tempi e costi.

MOIA - Ride Sharing e Ride Pooling

La casa automobilistica tedesca Volkswagen già da tempo ha intrapreso un processo di decarbonizzazione che ha deciso di sviluppare, nel 2017, anche nel settore del ride sharing e del ride pooling attraverso l’innovativo servizio MOIA, operativo prima solo a Hannover e poi anche a Amburgo. Si tratta di corse a chiamata con condivisione dei passaggi: la prenotazione del servizio avviene tramite una APP per smartphone su cui è possibile sapere in anticipo quali mezzi sono disponibili e quanto costerà il passaggio prima che il cliente prenoti il viaggio.

Il veicolo che costituisce l'intera flotta MOIA è un van 100% elettrico che può ospitare fino a 6 passeggeri.  L'autonomia indicata è di 300 Km (test WLTP); la batteria si ricarica dell'80% in 30 minuti. Quindi la flotta può contenere al minimo i tempi di fermo vettura, ottimizzando la possibilità per l'utente di trovare un posto disponibile.

Come spiega Ole Harms, CEO di MOIA, l’obiettivo del progetto è quello di “creare una soluzione per i classici problemi di trasporto che le metropoli affrontano come il traffico, l’inquinamento atmosferico e acustico e la mancanza di spazio, e allo stesso tempo aiutarle a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità”.

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Team Circular Mobility

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